venerdì 21 ottobre 2016

Le frasi che mi fanno arrabbiare

Ci sono domande che non andrebbero mai fatte ad un malato di cancro. Prima su tutte la leggendaria:

"COME STAI?"

Ma come vuoi che stia? Se ti sorprende che mi senta triste e spaventata, o affaticata dalle cure, di certo non sei una volpe. Buchi nelle vene, tagliuzzamenti vari e relative suture, cicatrici, interminabili quarti d'ora in cui rimanere immobile durate gli esami diagnostici, valanghe di medicine da prendere a qualunque ora del giorno... Tutto questo mi passa per la testa in un secondo quando mi chiedono come sto, ma poi rispondo sorridendo "Tutto bene". Vivo faccia a faccia con la mia malattia ogni istante della mia giornata, e se decido di fare due chiacchiere con qualcuno, o di fare una telefonata in più, non è certo per parlare della mia condizione. Voglio parlare di altro, di qualunque amenità, ma non di Mr. Hodgkin... Ha già abbastanza attenzioni immeritate.

"TU SEI FORTE: CE LA FARAI!"

Ti assicuro che me la sarei evitata volentieri questa esperienza, non ho bisogno di dimostrare coraggio o spirito di adattamento a nessuno. Insomma, le possibilità non sono molte: ce la devo fare per forza, se non voglio tirare le cuoia. Non ho molta scelta... Quindi, per favore, lasciate che faccia quello che va fatto, e preoccupatevi di dire un "Ti Amo" o un "Ti Voglio Bene" in più, che non fa mai male. 

"POTEVA ANDARTI PEGGIO"

Ok, è vero che il mio è un tumore con protocolli di cura ben delineati e con ottime prognosi, E' vero che è facilmente diagnosticabile con una biopsia e pochi altri esami clinici, Ma è comunque un tumore. A 28 anni. E sentirmi dire che c'è gente che sta peggio non mi farà certo saltare di gioia. Non è una gara a chi ce l'ha più grave, o a chi sulla base delle statistiche ha più possibilità di sopravvivere. E' una merda sempre e comunque. E chi, per sua fortuna, non si è mai sentito fare una diagnosi così, dovrebbe avere la decenza di non improvvisarsi specialista in ematologia e tacere.

Dulcis in fundo... La famigerata frase di chi ha appena appreso la notizia da terze persone:

"POVERINA, MI DISPIACE!"

No a pietismi. Mi arrabbio quando ho l'influenza e qualcuno viene a dirmi se ho bisogno di qualcosa. Figuratevi ora di fronte ad una espressione del genere, Non voglio che tu mi sia accanto per pietà o per chissà quale altro motivo. Se decidi di far parte della mia armata in questa lotta, lo devi fare solo per affetto e rispetto. Nient'altro.

A chi ha un parente, un amico, o una persona che ama, che sta attraversando un percorso simile al mio, spero che queste parole, scritte un po' per sfogo ed un po' per monito, possano essere di aiuto. 

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